A lezione dagli Animali - Il messaggio di Pissi
Quando cerco di raccontare la storia che emerge dalle canalizzazioni, mi imbatto sempre nella questione di quelli che io chiamo talenti energetici, cioè le qualità di quell’energia, ciò che essa sa fare molto bene. La fisica quantistica insegna che nel mondo delle particelle infinitamente piccole le leggi a cui siamo abituati a rispondere non funzionano, perciò quando entriamo in questi racconti possiamo concederci di rendere vere leggi nuove, senza scadere nel considerare questo processo un semplice esercizio di fantasia.
Le nostre attitudini, le nostre naturali inclinazioni sono ciò che condividiamo con gli altri, e avviene allo stesso modo quando parliamo di qualità più sottili. C’è chi è capace di far sorridere e togliere la tristezza, c’è chi porta chiarezza mentale e maggiore lucidità di pensiero, c’è chi favorisce l’intuizione, chi è un passaggio fra frequenze diverse, … potrei continuare senza fine. Tempo fa ho incontrato una gattina fantastica che è capace di vedere le presenze, e a lei mi rivolgo ogni volta che devo meglio identificare un’energia con cui entro in contatto.
Ecco il punto: così come naturalmente ci relazioniamo sulla base delle nostre qualità, così anche con i nostri Animali possiamo entrare in contatto a questa profondità, chiedendo loro di condividere con noi ciò che sanno fare. Ci facciamo prestare i loro talenti. Così possiamo chiedere forza, protezione, coraggio, o ancora più semplicemente ricordarci di cosa stanno simboleggiando per noi ogni volta che li guardiamo. Sono un costante ricordo ed aiuto nel nostro percorso, e ci chiedono di tenere sempre presenti messaggi importanti.
Pissi è una bellissima
gattona grigia antracite di 11 anni, che ho conosciuto da poco tempo. Il suo
messaggio, in un tempo come quello che stiamo attraversando, è non solo di
grande speranza, ma profondamente innovativo. Immagine del benessere, lamenta
alla sua compagna umana di essere troppo “secca”, e la esorta ad accedere di
più alla gioia che è naturalmente presente in tutti noi. “Usa quella” le dice
“per rispondere al dolore di cui ti fai carico, celebra il dolore e prenditene
cura dedicandogli un sorriso e la gioia. Perché sembra così strano dire questo,
quando è la cosa più naturale che si possa fare?”.
Siamo soliti affrontare
il dolore creandogli intorno altra sofferenza, rendendolo più grande, ma quando
parliamo di prendercene cura anziché volerlo risolvere, in questo messaggio
troviamo una chiave importante: possiamo scegliere come rispondere agli eventi,
possiamo scegliere come considerare il dolore, e possiamo scegliere di esserne
vittime o di onorarlo per ciò che può aprire in noi. Rispondere con la gioia è
l’unico modo di accogliere il dolore, e la gioia in questo contesto è la
consapevolezza priva di dubbio che ogni cosa sia Perfezione, che quel dolore
non sia fuori posto, né sinonimo di qualche errore o sbavatura.
Onorare il dolore
significa non fuggirlo, ma riuscire anche a vedere come in profondità esso sia
già guarito proprio nel nostro renderci disponibili ad ascoltarlo; significa
renderlo un ricordo del bisogno di ritrovare un po' di tutta quella gioia
sepolta in noi, del bisogno di amare di più.
Perciò Pissi mi ricorda
che di fronte al mio sentire posso sempre scegliere se fermarmi o andare più in
profondità.
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