Percorsi

 



Dall’io al Sè

Questo tipo di percorso punta a trasmettere in sostanza la pratica della Meditazione: imparare ad ascoltarsi, ad entrare in contatto con se stessi profondamente, a radicarsi nella propria natura più profonda. Si parte dalla conoscenza di sé con l’intento di lasciar andare totalmente la propria storia personale, niente di meno. Non quindi un accumulare informazioni, ma l’apprendimento dell’esperienza diretta di se stessi, che così raramente facciamo. A partire dall’esperienza della Canalizzazione, è possibile concordare una cadenza con cui svolgere dei Trattamenti a distanza per continuare a mantenere l’attenzione sui temi emersi e sulle proprie percezioni interiori. Questi brevi momenti di scambio diventano una possibilità continua di confronto e un aiuto per poter tenere nella propria consapevolezza quella corrente profonda che scorre sotto l’apparenza delle nostre esperienze, spostando il nostro punto di prospettiva nel profondo della nostra interiorità.

Sempre scegliendo insieme la cadenza desiderata è possibile anche, indipendentemente da Canalizzazioni o Trattamenti, stabilire degli incontri in cui fare il punto della situazione del proprio percorso.

Le Canalizzazioni come letture vere e proprie possono essere rifatte circa un paio di volte l’anno indicativamente, per lasciare a ciò che emerge il tempo di sedimentare e creare cambiamenti.

Personalmente non tengo corsi di Meditazione poiché ritengo che non sia qualcosa che possa essere insegnata , bensì appresa soltanto tramite la pratica personale continua.


 

L'ultimo viaggio

Una parte per me molto importante nel lavoro interiore è certamente quella del confronto con il concetto della morte, momento che considero incredibilmente prezioso. Il desiderio è quello di costruire un modo per aiutare a percorrere l'ultimo tratto della propria strada o di quella di coloro che sono accanto a noi restando centrati nella propria presenza.

I percorsi di accompagnamento mirano ad aiutare a mantenere lo sguardo su quell'essenza immutabile che siamo e che non è soggetta ad alcuna fine, anzichè confondersi e lasciarsi ingannare dai cambiamenti della materia. Tuttavia non vuole essere, come spesso accade, la genesi di una divisione, di un conflitto, tra corpo e Spirito; al contrario scendere sempre più in profondità consente di ritrovare quel luogo in cui ogni elemento si ricongiunge, restituendo la pace, e la possibilità di vivere il momento del passaggio con attenzione, accoglienza ed amore. Tale momento ci impone di prendere atto delle paure, degli irrisolti e degli attaccamenti ancora presenti in noi, continua cioè a richiedere più che mai il nostro impegno a restare.

Le Canalizzazioni ed i Trattamenti in questo percorso non mirano a dare soluzioni o verità, ma diventano uno strumento utile per aiutare ad ampliare la propria visione, facilitando il confronto personale con il luogo ed il momento in cui ci si trova. Per poter morire in pace, per poter vedere cosa di noi non muore, e restituire persino alla morte il proprio valore nel nostro vivere. Ecco allora che "La Morte Sacra" vuole essere uno spazio presente nel blog per raccontare questo viaggio, condividendo le domande e le riflessioni incontrate lungo la strada, che hanno dato vita a nuove prospettive; uno spazio quindi che è di tutti, in cui le esperienze si riversano per generare continuamente nuove intuizioni.

 

 

La Scrittura

Da sempre la scrittura è stata per me uno strumento straordinario non solo per esprimere la mia interiorità, ma per riuscire a fare chiarezza fra pensieri ed emozioni, aiutandoli a prendere forma, a scorrere, a fiorire.

I percorsi con le Canalizzazioni ed i Trattamenti danno spesso vita a storie e racconti che vale a pena, per se stessi e per gli altri, condividere su carta, per poter guardare all'esperienza attraversata da una nuova prospettiva e darle il tempo di lavorare in noi. Così la scrittura diventa uno strumento vivo per esplorare la propria interiorità. Lasciar emergere il proprio vivere dal profondo fin in superficie è  un lavoro che richiede tempo, ascolto di sè  e dedizione. 

Diverse sono le modalità con cui la scrittura prende forma e ci rivela a noi stessi. Personalmente, il desiderio di parlare di Spiritualità mi rende necessario trovare modalità che siano ben lontane da qualunque forma di insegnamento, e che oltre alla narrazione delle esperienze che incontro, sprofondi nella natura stessa di ciò che la Spiritualità è: dissoluzione. "Parole dal Vuoto" è dunque il mio modo di sperimentare le parole dal loro tentativo di spiegare alla loro possibilità di togliere in continuazione, fino alla trama ed ai personaggi stessi, perchè possano suggerire di guardare a ciò che resta. Un viaggio per poter anche comprendere il profondo potere catartico ed evocativo della scrittura, in cui le esperienze diventano forse racconti, o tutto ciò che volete considerare che siano.



Dal Sé all’Assoluto
Il lavoro interiore per come io lo intendo deve condurre all’identificazione con la Totalità, con il Sé. E’ l’unico lavoro che ci è consentito, perché una volta abbandonato il nostro io personale, non c’è più alcun movimento. Unica destinazione di qualunque viaggio e sicuramente argomento più caro di ogni altro al mio cuore, la Spiritualità segna il confine della nostra esperienza: la risposta alla domanda circa la mia natura non appartiene ad un “io”. Qualunque percorso dovrebbe infine condurre alla realizzazione che al di là dalla nostra intera identità risiede qualcos’Altro, che nulla ha a che fare con l’individualità. Parliamo di quelli che sono gli insegnamenti del Non Dualismo (Advaita Vedanta), secondo cui tutto ciò che esiste è quell’Assoluto in cui la sensazione stessa di esistere collassa e scompare. Cosa resta? Bisogna andare a vedere direttamente.

 

  


 

 

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