Guarire l'istante inafferrabile
Non soltanto gli Animali mi insegnano qualcosa, ma anche le storie di molte persone che incontro racchiudono tesori inestimabili, di cui spesso nemmeno sono consapevoli. L’energia di una ragazza con cui mi sono confrontata poco tempo fa mi ha fatta riflettere sull’evidente controsenso delle nostre attribuzioni di valore.
Abbiamo grande apprezzamento e stima per tutte quelle qualità che operano nel mondo materiale e pratico, come quella di saper risolvere problemi, di saper comunicare, di dare stabilità. Tutte quelle che agiscono all’esterno, potremmo dire, dove noi siamo soliti concentrare tutta la nostra attenzione. Poi ci sono qualità diverse, attivate da consapevolezze interiori, che operano su piani diversi, più sottili e certamente meno evidenti.
Questa ragazza ad esempio sa toccare l’energia dell’altro ristorandola immediatamente da ogni peso, come fa un buon sonno con le preoccupazioni del giorno. Riesce a creare nell’altro un momento di vera pace, di completo sollievo e leggerezza. Ma è qualcosa che avviene a grandi profondità, e se chi riceve questo dono non è capace di ascoltare se stesso, probabilmente non se ne accorgerà nemmeno. Pertanto, sia chi riceve sia chi sta donando è spinto a pensare che non stia avvenendo nulla. Da qui il senso di inutilità, di non sentirsi apprezzati e di continuare a cercare di apprendere capacità e conoscenze più pratiche.
Il bisogno che abbiamo di vedere, e di vederci riconosciuto, che siamo capaci di creare cambiamenti ci impedisce spesso non soltanto di vedere quello che già è in noi, ma di comprendere il luogo e la natura veri di un cambiamento. Ci fissiamo su ciò che possiamo percepire, e poiché la percezione dei sensi è grossolana, diamo valore solo a ciò che è evidente e duraturo nel tempo. Due concetti senza senso. Allora questo tipo di qualità deve spingerci a prendere in considerazione la necessità di fare una scelta: di decidere se vogliamo cercare ciò che siamo o se vogliamo girare sulla giostra delle illusioni in cui così tanti intorno a noi sembrano credere.
Le qualità più profonde si condividono in luoghi di noi impercettibili, e tali spazi infinitesimali compongono la struttura di ogni cambiamento. Ben di più, quel tempo senza spazio è ciò da cui ogni cosa sorge. Perché concentrarci sul fuoco anzichè sulla scintilla da cui nasce? Quelle profondità sono le scintille: se chi le riceve non se ne accorge non è perché le scintille non ci sono, ma perché lui non è in grado di vederle.
Avventurarsi lungo i sentieri della spiritualità
comporta la rinuncia ad operare sulle illusioni, riconoscendo che il nostro
vivere non è in cerca di soluzioni, e che tutto ciò che può essere guarito è la
misura inafferrabile del tempo. Tutto il resto è un perdere tempo. La degna
conseguenza di queste riflessioni porta a concludere che il modo in cui
continuamente ci muoviamo nella nostra vita va rivisto completamente: non
servono grandi opere, ma una completa attenzione alla scintilla da cui siamo
arrivati.
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