Solo ciò che è Tutto

 



“Sono troppo sottile per contenere qualcosa. In me c’è posto solo per il Tutto.”

E’ incredibilmente difficile lasciar andare la ricerca di risposte alle situazioni della nostra vita, su qualunque piano le intendiamo. Il percorso personale che ci addentra in noi stessi e ci insegna a comprendere come funzioniamo, non può spingersi fino a dirci chi siamo, e senza quella definitiva risposta, nessuna delle altre ci serve. Oltre alla considerazione già fatta di come noi si sia fatti di infinito e di come dunque nessuna informazione possa intendersi come risposta definitiva in termini di causa ed effetto, c’è da considerare come la ricerca di una ragione al perché degli eventi sia qualcosa a cui non riusciamo a rinunciare. 

Credo profondamente che tutti gli elementi siano collegati fra loro, e che la sincronicità esista eccome, ma sia una questione totalitaria. Ogni parte è connessa al tutto, e ciascuno di noi ci vede dentro solo ciò che può, ciò che le proprie risorse ed esperienze personali gli consentono, estraendone una storia singolare che perde il proprio senso universale. Ogni momento è la somma di tutto il tempo che lo precede, in questo senso ha sicuramente una causa creatrice, benchè essa non implichi alcun giudizio, e abbia le proprie radici nella totalità. 

Tuttavia, il percorso personale ad un certo punto si ferma, e oltre l’abisso che gli si para davanti si trova la spiritualità. Quale senso o significato muova gli eventi, quali intenti e di quale Dio, nella spiritualità, in quella totalità, non importano più. Non c’è più nessuno a cui importi saperlo. Bisogna comprendere a cosa si è interessati, verso cosa ci si sta muovendo.

 La vita è un infinito luogo di misteri e potere, si può ottenere qualunque cosa con la propria dedizione e volontà. Ma tutto ciò che si può ottenere non è ciò che siamo. Per avere l’unica vera risposta, bisogna abbandonare completamente se stessi, e qualunque bisogno connesso a questa identità.

 

 

Commenti