Il risultato è chiuso
Incontro spesso animali molto saggi, che
mi aiutano a comprendere come lasciar andare le mie esperienze, sempre più in
profondità. Tutte le impressioni che mi arrivano attraverso la forma di “altri”
vengono interiorizzate nella forma di una presenza unica che accompagna se
stessa.
Una volta, l’apparenza di un cane molto evoluto mi ha detto: "Perché preoccuparsi di conoscere o risolvere gli eventi della vita? Ciò che può essere sperimentato, ciò che giunge sul piano della consapevolezza, è soltanto il risultato di qualcosa che si muove, prende forma e si trasforma in profondità, nell’inconscio, fuori dalla portata della mente, della cognizione e della volontà. Non si può agire su qualcosa quando ormai è conclusa, bisognerebbe intervenire prima, ma in questo caso quel prima risiede altrove, e comunque non necessita di alcun intervento da parte nostra. Allora perché darsi tanto da fare in continuazione: accogli e lascia andare ogni istante esattamente così com’è, rilassati e goditi il viaggio. Non trattenere nulla, viaggia leggera.".
Non credo ci sia molto da aggiungere a queste parole. Ciò che possiamo percepire non è che l’espressione di ciò che è inconoscibile: l’espressione non si può modificare e l’ignoto non può essere oggettivato in informazioni per l’intelletto. Cosa resta da fare? Magari lasciarsi sprofondare in quell’ignoto, lasciandosene consumare, fino a resta soltanto lui.
Ad ogni modo, l’idea di operare nella propria vita attraverso le azioni è illusoria: ciascuno impara solo ciò che sa già. Tutto ciò che si manifesta esiste già. Ogni cosa ha il proprio momento, accade da sé e si manifesta spontaneamente, allo stesso modo in cui un frutto sull’albero matura da solo. Niente ha bisogno di noi. E’ talmente tanto vero che a ben pensarci, persino al nostro corpo serve una buona dose di inconsapevolezza da parte nostra per funzionare bene.
Questo pone una nota importante sulla questione della
consapevolezza che tanto ci è cara, perché andando a lavorare interiormente
pensiamo di dover aumentare la nostra consapevolezza, ma ciò che intendiamo in
realtà è aumentare il numero di informazioni di cui siamo a conoscenza. La vera
consapevolezza è invece pura presenza priva di individualità. Una bella
differenza.
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