A lezione dagli Animali - Storia di un Cane
Il suo nome non lo conosco, quando ci siamo avvicinati non aveva alcuna importanza. Ho letto di lui su una notizia che mi è arrivata via mail, ma mi sono fermata al titolo, perché quando leggo di violenza operata sugli animali qualcosa di viscerale mi stringe il cuore e non riesco a proseguire. Non so quindi come sia morto con esattezza, ma so che è stato un passaggio violento e crudele.
In certi momenti l’orrore di questo mondo sembra prendere il sopravvento nei miei pensieri, per un po' sono rimasta immobile. Poi, proprio quell’ineluttabilità ha creato uno spazio in cui poter stare. Allora mi sono seduta di fianco a lui, l’ho preso in braccio, e ho lasciato che ogni cosa scorresse davanti a noi: il mio dolore ed il suo, il desiderio di vendetta, la rabbia, la paura, il pianto, … ogni singola cosa. Poi, come un respiro arrivato al suo punto di espansione massimo, ogni cosa è tornata indietro. Si è fatto Silenzio. Il dono immenso di una cagnolona nel suo passaggio mi ha ricordato di quel momento a ridosso della morte in cui l’intera storia personale si dissolve: si spalanca una possibilità di rivelazione, e lì è indubbio come ciò che siamo non sia toccato da nessuna nostra esperienza. Quel dolore, quella tristezza non avevano alcun peso nel bilancio di quella vita, non rappresentavano nessun impedimento nel cogliere la grandezza del mistero che stavamo vivendo.
E’ stato allora che l’ho visto sorridere: tutto il peso che
aveva sulla testa si è dissolto, mentre una grande luce si apriva sopra di lui
che ci entrava dentro. Mi ha chiesto di guardare a questa scena oltre ogni
separazione, non cercando con sforzo qualche fittizia forma di compassione per
gli altri o di fingere l’assenza del dolore. Solo nell’integrità di ogni
assenza poteva esserci pace: mi chiedeva di riconoscere quell’intero dietro
alla sofferenza, lasciando che ogni cosa se ne andasse. Persino gli atomi di
quel corpo fisico erano stati purificati da ogni memoria dolorosa proprio
grazie a quel superamento. Ho restituito alla terra un corpo libero da ogni
vincolo, in pace.
Queste notizie continuano a sollevare in me grande sofferenza, ma comprendo che entrarci in questo modo le libera dal diventare in me ricordi vincolanti di rabbia e paura. Di fronte a ciò che non possiamo cambiare, proprio quella resa può mostraci una diversa via in cui camminare, facendo anche sì che ci occupiamo di ciò che veramente conta, senza attardarci in inutili pensieri ed emozioni divaganti.
Cane, come Pennac chiamava il suo, mi ha insegnato la
necessità di non lasciare a se stessa nessuna onda che sorge nelle mie
profondità, che è possibile stare di fronte ad ogni movimento interiore. Possiamo
tutti fare tanto per coloro che amiamo, senza limiti di distanza o tempo.
Possiamo fare tantissimo.
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