A lezione dagli Animali - La matrice di Romeo



Quello che  ho appreso da questo splendido gattone rosso riguarda il modo in cui le nostre esperienze si organizzano durante il nostro tempo. Possono essere disparate e dispersive, diceva lui, oppure avere una coerenza. Tale coerenza però è data da una matrice di fondo a cui esse possono essere, tutte, riferite e secondo la quale possono essere interpretate. La sua qualità è proprio quella di aiutare a costruire questa matrice di fondo. Cosa significa? 

Romeo è una di quelle energie che lavora sulla famosa domanda di fondo, che io credo essere “cosa sto cercando”? Cosa stiamo cercando di comprendere, imparare, cosa crediamo che sia questa vita che stiamo vivendo, cosa crediamo di essere qui a fare? La matrice non si costruisce avendo le risposte, ma ponendo le domande al centro delle proprie esperienze. Ovvero, se sto cercando di capire il senso della vita sarà a questa domanda che chiederò di rispondere ad ogni esperienza che incontro. 

Romeo sottolinea la necessità di comprendere da quale anelito si è guidati nella vita, verso quale direzione ci si vuole muovere, e di radicare quell’anelito nella nostra attenzione e consapevolezza tanto in profondità da renderlo la guida automatica delle nostre direzioni. Confondiamo troppo spesso la domanda fondamentale con il bisogno di risposte, e soffriamo per quei vuoti che avvertiamo in noi quando non le troviamo. Ma il vuoto che sentiamo non riguarda la risposta, attiene solo ed unicamente alla domanda: quando ci è chiaro cosa vogliamo inseguire in questa vita, a cosa vogliamo consacrare tempo ed attenzione, tutto ciò che avviene risponde a quell’esigenza. Se non è un bisogno impellente, allora la domanda non è ancora pronta a formarsi, e in quel caso le esperienze che incontriamo non rispondono ad alcun ordine preciso. Dovremo aspettare.

 

 


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