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Visualizzazione dei post da giugno, 2025

La trasformazione del vissuto

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  Tutte le cose che sorgono in noi devono essere lasciate andare. Così come lo diciamo per i pensieri e le emozioni quando parliamo di farci osservatori di noi stessi, dobbiamo spingerci in questo tema un po' più in profondità.  Ciò che sperimentiamo interiormente deve poterci aprire verso il cuore dell’esperienza, che non è un contenuto concettuale; per fare questo, deve poter essere colto nel momento in cui arriva e poi lasciato scorrere, senza che diventi un nuovo riferimento predeterminato nella nostra mente. Scendendo dentro se stessi, si accede spesso ad una più ampia capacità di sentire, che passa attraverso sogni, visioni, immagini che arrivano; e seguendo le nostre abituali modalità finiamo per trattenere quelle informazioni trasformandole in un corrispettivo mentale da poter utilizzare.  Per quanto ci sforziamo di crederlo, non ci allontaniamo quasi mai dalle abitudini che ci legano a vivere la vita secondo regole di causa, effetto e scopo. L’esempio più lampant...

Il passato che scompare

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  Non so se capita anche agli altri, ma a volte, ripensando ad alcune cose del mio passato, ad alcuni episodi ed emozioni provate, è come se non li trovassi più nei miei ricordi, pur sapendo di averli vissuti. Credo che questo concetto in particolare riprenda quello che ho scritto nel post "Dove fissare i ricordi". Forse quando un evento riesce ad essere associato al vuoto, semplicemente si dissolve, smettendo di essere un ricordo della mente per diventare un richiamo alla nostra vera essenza più profonda. Perché è questo che accade: ripensando a quel momento invece di un riferimento emozionale o un’immagine mentale trovo una sorta di eco di liberazione.  Credo che per molti possa far paura il pensiero che alcuni pezzi del passato sembrino in questo senso scomparire, ma quando parliamo di lasciar andare ciò che viviamo non intendiamo forse questo? Non intendiamo forse che ciò a cui dobbiamo rinunciare è quell’identità personale intessuta all’interno di una storia che ricorda ...

Scegliere la verità

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  “Tentare di non pensare a qualcosa è davvero difficile se non impossibile, ma nel migliore dei casi sarebbe comunque soltanto un inganno: nei pensieri evocati per distrarre la mente confluirebbe tutto il peso di quello nascosto, per niente estinto, e soltanto in attesa di ripresentarsi. Ma quando Agata imparò cosa volesse dire “sentire”, comprese che poteva avvalersi di risorse diverse.  Così quando quel dolore al fianco si ripresentò, insieme alla paura ed alla sfilza di pensieri pieni di inquietudine che esso innescava e profilava davanti, si fermò; fece un profondo respiro, chiuse gli occhi e si chiese “come mi sento?”. Si sentiva bene a dispetto di quella pulsazione.  Questo era il primo grande traguardo. Ora occorreva il coraggio di fidarsi di quella sensazione, una conquista davvero ardua, che non poteva aggrapparsi a nessuna prova materiale. Lei dice infatti che ci riuscì per caso, senza sapere come. Ma quando scelse la propria verità, tutto il resto tacque. Non ...