Il passato che scompare

 


Non so se capita anche agli altri, ma a volte, ripensando ad alcune cose del mio passato, ad alcuni episodi ed emozioni provate, è come se non li trovassi più nei miei ricordi, pur sapendo di averli vissuti. Credo che questo concetto in particolare riprenda quello che ho scritto nel post "Dove fissare i ricordi".

Forse quando un evento riesce ad essere associato al vuoto, semplicemente si dissolve, smettendo di essere un ricordo della mente per diventare un richiamo alla nostra vera essenza più profonda. Perché è questo che accade: ripensando a quel momento invece di un riferimento emozionale o un’immagine mentale trovo una sorta di eco di liberazione. 

Credo che per molti possa far paura il pensiero che alcuni pezzi del passato sembrino in questo senso scomparire, ma quando parliamo di lasciar andare ciò che viviamo non intendiamo forse questo? Non intendiamo forse che ciò a cui dobbiamo rinunciare è quell’identità personale intessuta all’interno di una storia che ricorda se stessa attraverso dei momenti, dei punti precisi? Senza il nostro passato, chi siamo? 

Se immaginiamo di poter lasciar andare l’attaccamento alla nostra storia, ci scopriamo nuovi ogni giorno, in possesso solo del nostro presente, e dunque liberi di esercitarne il potere di infinite possibilità, anzichè vincolare ogni nostro passo a ciò che quello precedente ha realizzato e definito. Perciò come sempre dobbiamo chiederci quanto davvero vogliamo essere liberi, e quanto siamo disposti a guardare al nostro vissuto in questo amorevole distacco, tenendo l’essenza di ogni istante e lasciando trasformare i ricordi.

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