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Visualizzazione dei post da agosto, 2025

Chiedilo a lui

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  Tante volte attraverso le canalizzazioni ed i trattamenti mi viene chiesto di chiedere al soggetto con cui entro in comunicazione la sua volontà circa le eventuali decisioni da prendere che riguardano il soggetto stesso. Parliamo quasi sempre di animali, di scelte relative alla loro salute, alla volontà o meno di vivere, al bisogno di sapere cosa desiderano per se stessi.  Non posso dire di non comprendere o di non concordare su questa linea di pensiero, in fondo c’è una sorta di spazio personale per ciascuno di noi che attiene al libero arbitrio e che va il più possibile rispettato; ognuno ha diritto di decidere per se stesso se lo vuole.  Tuttavia questa particolare modalità è secondo me una sorta di fase di passaggio nel proprio percorso personale, perché allude ancora ad una separazione fra due soggetti diversi che hanno una vita ed un’essenza separati fra loro. Questo chiedere all’altro, dimostra in realtà l’impossibilità di fare fede all’unità a cui tutti partecip...

Cambiare dentro, cambiare fuori

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Tante volte rispetto alla restituzione dei trattamenti, mi viene risposto che dall'esterno i cambiamenti che vengono raccontati non sono altrettanto visibili. E' una riflessione interessante. In primo luogo si potrebbe dire, è la spiegazione che ci diamo più frequentemente, che la materia nella sua densità ha tempi di modifica più lunghi di quelli dell'intangibile energia, e che dunque pur seguendo a ciò che si modifica all'interno, lo fa molto più lentamente. E' una risposta che devo dire mi sembra accettabile soltanto in superficie. Più profondamente bisognerebbe chiedersi quale cambiamento esterno ci aspettiamo di vedere, cioè su quali aspettative ci stiamo concentrando: non sono forse sempre le stesse? Ci aspettiamo che cambiare dentro significhi togliere ogni problema dal fuori, e che ci accadono solo eventi "positivi". Credo che questa visione indichi che ci stiamo concentrando sul punto sbagliato. Cambiare dentro, se possiamo usare questa espression...

La morte annunciata

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  Dopo aver riflettuto sulla morte che arriva improvvisa, mi sembra importante farlo anche rispetto all’evenienza opposta in cui la fine si presenta annunciata tempo prima, come nel caso di alcune malattie gravi ad esempio.  Per chi affronta il proprio passaggio, essere costretti a fronteggiare la solidità del pensiero della fine, dopo aver tentato di allontanarlo per tutta la vita è spesso difficile, e come tutte le prove difficili può spingere nella disperazione, o a prendere confidenza con la sensazione della mortalità, con la temporaneità della nostra natura, accettando di andare dentro a tutte le ombre e le paure.  Per chi resta, affiancare qualcuno che se ne sta andando mette a contatto non solo con l’eventuale dolore fisico, ma soprattutto con il dolore della paura che vediamo in lui. E’ qui che il percorso interiore conduce, a fronte di un’ineluttabilità tanto dell’evento quanto di agire sull’altro, a considerare che l’unico vero aiuto che si può offrire consiste ...