Senza inizio



Benchè fissiamo anche ad esso molti riferimenti che attingono dalle nostre esperienze e aspettative, trattandolo come qualcosa che sia soggetto ad un apprendimento mentale, del percorso interiore si può dire molto poco. Siamo tutti già in cammino, animati da domande che però sorgono in noi in momenti diversi delle nostre esistenze, proprio come le nostre esperienze cambiano nel presentarsi con il crescere della nostra età. Quando mi chiedono da dove sia iniziato il mio percorso di lavoro interiore, fatico a rispondere, perché non si tratta di un evento singolo e peculiare che ha dato il via ad un cambiamento. Invece, sono stati momenti, atteggiamenti, domande, rivelazioni di qualcosa che era sempre presente: essi si sono connessi fra loro nel corso del tempo e che sono diventati la strada stessa da seguire, inevitabile, senza bisogno di chiedere o sapere. La direzione delle cose si è sempre creata da sé, tutto è sempre accaduto da sé. Ho costantemente cercato di guidare gli eventi della mia vita, ma guardandoli oggi, mi accorgo di essere stata solo un passeggero che si dilettava con un volante finto. Non ho mai avuto potere su nulla, perchè la prospettiva stessa che intendeva gli eventi come qualcosa di reale e da controllare era sbagliata. Io ero tutti gli eventi a cui davo vita, non c'era in essi alcun inizio o causa, non c'era alcunchè da padroneggiare. Ogni istante era il pezzo, osservato in quel momento, di un filo infinito, intrecciato indissolubilmente ad altri. Non ho mai trovato un istante che non fosse preceduto da un altro da esso distinto e separato. Perciò, non credo che il mio percorso interiore sia mai cominciato realmente da qualche parte, ma di aver solo proseguito qualcosa che era già in corso. Mi piace vederla così, perché quando mi interrogo sulla natura di Dio, non posso mettergli un limite, né divenire io stessa quel limite. L’Esistenza è più grande della mia singola esperienza. Questa era l’unica cosa che sapevo quando mi sono accorta delle mie domande. E se mai ho scelto qualcosa, è stato di dare credito a tutte le esperienze che confermassero questa grandezza e superamento di me. Poichè avevo una domanda, avevo già anche la risposta; tutte le risposte, e tutte le direzioni.

Poiché non c’è stato un inizio, raccontando la mia esperienza non posso farlo coincidere con il momento in cui la ricerca è diventata più focalizzata su alcuni argomenti in particolare, quello è stato solo un passaggio come tanti altri. Eppure la questione dell'inizio sembra per noi molto importante. L'illusione di poter trovare la causa di una situazione per poterla cambiare ci proietta continuamente nel tempo astratto, al di fuori dell'esperienza che stiamo vivendo, rendendoci impossibile la sua comprensione. Non voglio dire che essa nasce dal passato che l'ha preceduta, ma che è un momento di una continua trasformazione, che non ha mai avuto un inizio. Non credo dunque che la domanda importante sia “da dove si comincia”, quanto piuttosto quella che riguarda il cosa stiamo cercando davvero: se siamo onesti, potremmo accorgerci che nel domandarcelo sinceramente, non abbiamo una risposta chiara e pienamente gratificante nemmeno nell’immaginazione. Cos’è che ci manca? 

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