La parte oscura

 


Parlo spesso della mia parte oscura, provo molto amore per le cose di me che non riesco a farmi piacere. Forse sembra strano, ma la concessione che mi faccio, orribile a vedersi da fuori, di essere anche impresentabile alla morale, mi fa sentire libera tanto dalle ombre quanto dalla luce. E' un contatto che mi appare così normale, ma comprendo che la percezione  è solo soggettiva, e non ha riferimenti univoci. Spesso me ne dimentico, nell’illusione che sia possibile davvero comunicare agli altri il proprio mondo interiore. Invece non sono che pochi lampi accesi nel cielo, che ognuno osserva dalla propria distanza e con la propria lente, vedendoci ciò che sa e ciò che ignora di se stesso. Non raccontiamo mai davvero qualcosa di reale, sono sempre narrazioni in simboli che parlano di qualcosa che non riusciamo a cogliere. Perché siamo sempre fermi a ciò che possiamo vedere. 

Eppure il mare ignoto è infinitamente più grande, forza che guida e che detta il nostro movimento. Come posso ignorarlo? Cosa si apre oltre ciò che non mi è possibile sapere o sentire, oltre quel confine entro cui la mia percezione mi concede di esistere? Mondi incredibili, che ricordo di non poter immaginare; allora torno in me stessa, seduta ad osservare. Credo di sapere già ciò che sto cercando di conoscere, ma arranco nel tentare di dargli una forma accessibile per la mia mente. Essa divide, calcola, interpreta, ma la misura dell’Anima è l’Infinito, allora come si raggiunge il cielo quando non si hanno le ali? 

I pensieri si susseguono veloci: ricordo che non sono separata dal cielo, né da alcun altro luogo. E che l’ho già sperimentato, di sentire come tutte le cose sono Una, ma ancora non è sufficiente. Smetto di voler sapere, ricordo che anche ciò che non comprendo mi appartiene, anche ciò che non sono e che non mi riuscirà di realizzare. Ricordo perché ho scelto questa strada, perché più perdo pezzi di me stessa più mi sento amore. Oltre tutti i miei luoghi, i miei opposti, i miei abissi. Niente può vivere stando soltanto alla luce del sole, occorre anche l’ombra. La notte non è un luogo di passaggio meno di quanto non lo sia il giorno; essa è luogo dei non-luoghi, e chiunque stia cercando la Verità sa che per vederla dovrà arrivare qui, ai confini del mondo visibile, a fronteggiare il riflesso ci ciò che ancora non è, o non è stato. Poca cosa la santità in confronto a ciò che oltrepassa i miei estremi Una vita che non mi appartiene più. Finalmente.

Ho paura di morire, di perdermi, ma infine anche da questo pensiero me ne vado, finchè non resta che il mare ad ondeggiare al vento. E poi nemmeno più il vento, né alcun movimento. E scompare anche il mare. Ma per questo, nemmeno un simbolo potrà bastare.


 

Commenti