Scambio
Passeggiando nel parco stamattina, osservando la distesa verde di prato ed alberi, pensavo a come i grandi Maestri tentassero di vivere senza nuocere ad alcuna creatura, nemmeno a quelle più piccole, o ad un filo d’erba. Vorrei poterli eguagliare, ma mi pare impossibile riuscire ad attraversare l’esistenza senza arrecare dolore. Per quanto mi sforzi di non calpestare i fiori, creature sfuggenti ai miei occhi potrebbero trovarsi sotto ai miei piedi anche camminando sulla ghiaia, forse troppo piccoli per la mia vista, ma non meno viventi. Per non parlare dei moscerini che incontrano la fine sul parabrezza della mia macchina mentre guido, o delle lumache che rimangono schiacciate quando dopo un temporale autunnale riempiono a frotte il mio giardino.
Provo ad essere sempre attenta, provo ogni volta a fare del mio meglio, ma l’intenzione sincera di non voler nuocere, per quanto fonte di un’enorme differenza di disposizione, non è sufficiente ad esimermi da un tributo che mi sembra ciascuno di noi sia chiamato ad offrire. Mi sono chiesta se tutto questo riguardasse il mio attuale stile di vita, le abitudini del tempo, della cultura e della società in cui abito; mi sono chiesta se nelle vesti di un monaco che resti seduto immobile per tutta la sua vita potrei riuscire in questo intento di restare senza macchia alcuna. Ma non credo.
Penso che la vita non sia tanto una
questione di equilibrio, ma di scambio: ogni parte di noi è connessa a tutte le
altre, in un flusso continuo di prendere e dare. Prendiamo con gratitudine ciò
che ci serve (non di più) e offriamo noi stessi per ciò che serve ad altri. In
questo cerchio infinito, prendere è un atto inevitabile, ma esso si differenzia
dall’arrecare dolore, che di per sé nasce soltanto come atto di ingratitudine,
senza dare nulla in cambio, e come ingordigia, perché inferto senza bisogno. Molte popolazioni antiche a contatto con
la natura, hanno sempre insegnato l’importanza di essere parte del tutto, senza
pensare di esserne disgiunti, o peggio ancora padroni. Nel considerarmi parte
di questo respiro al pari di ogni altro essere, senza meriti o diritti
maggiori, sento che la sofferenza scompare. Mi ricordo che per ogni cosa che
prendo devo ringraziare, e trovare in me qualcosa che posso offrire. Nel
fluire, le cose si purificano sempre. E poichè io prendo tanto, molto di più devo restituire.
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