Spiritualità spicciola
La canalizzazione, così come tanti altri
strumenti simili, aiuta a mettere a fuoco alcuni elementi del proprio percorso,
cioè a comprendere dove ci si trovi, e non dove si debba andare. Poiché Dio è
la Totalità, qualunque strada scegliamo di percorrere è già al suo interno e
non può che condurre al Suo riconoscimento. Pertanto, quella che chiamiamo Spiritualità,
che altro non è se non l’essere una manifestazione del Tutto, è qualcosa da cui
non possiamo allontanarci. Spesso la gente si chiede come questa interiorità
cambi le nostre manifestazioni esteriori, immaginando che Dio risieda
unicamente in atti di bontà e di totale annullamento di sé, e che raggiungere
la realizzazione significhi non lasciarsi toccare da nulla di ciò che accade. E’
una semplificazione che ci catapulta nel nostro solito conflitto.
Possiamo riconoscere la Totalità di cui
siamo fatti solo attraversando noi stessi. Ecco perché dobbiamo imparare a
conoscerci ed osservarci, fino a prendere distanza da ciò che abbiamo
consolidato come la nostra identità. In questo percorso che intraprendiamo, Dio
rende già perfezione ciascuno dei nostri istanti. Se immaginate che il vostro
identificarvi con le faccende quotidiane vi rende più distanti da Dio di un
Maestro impassibile, non avete ancora compreso cosa significhi Tutto. In
ciascun momento del vostro percorso, Dio è già: mentre capite un concetto ma
ancora non lo sapete applicare, quando è chiaro qualcosa alla vostra mente ma
vi serve tempo, quando i vostri pensieri vi distraggono, quando tornate sui
vostri passi, quando dubitate, quando sbagliate ancora, quando vi perdete nell’illusione
del mondo, quando ancora la vostra domanda interiore non è pronta a spingervi a
partire, quando rinunciate, … Dio è già tutto ciò che siete. Se potete
comprendere questo, vi sarà possibile iniziare ad amarvi.
Perciò, quando in me sorge la rabbia (ad
esempio), non mi soffermo a pensare a come dovrei gestirla, esprimerla o nasconderla;
la lascio stare e torno al respiro (“Abissi – I tre passi”), ancora e ancora, e
continuo a farlo qualunque cosa accada, portando a casa con me quella specifica
manifestazione, qualunque sia stata, senza giudicarla. Tornando al respiro. Conoscere
me stessa non significa analizzare e collocare con razionalità e giudizio le
mie esperienze: significa osservarle, tutte, indistintamente, e lasciarle
andare. La Spiritualità è una faccenda spicciola, potete trovarla ovunque, se
cercate ciò che davvero è.
"C’è parte del sogno che non sia fatta del sognatore stesso, e che gli sia estranea o separata? Eppure il sognato si sente separato dal proprio creatore, anziché comprendere che Egli è ciò di cui è fatto. Guarda il mondo nel modo sbagliato e da una prospettiva inesistente." FB
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