Questione di equilibrio ... o di Perfezione
E’ divertente sottoporre tutti i concetti della mia quotidianità al vaglio della Totalità, mi ricorda sempre di cambiare prospettiva. Prendiamo l’esempio dell’equilibrio.
Per chi si addentra in un percorso personale è una parola che salta fuori spesso, ma ad un certo punto ci si accorge che sembra quasi di parlare di un miraggio. Non conosco nessuno che sia in equilibrio, se con questo termine vogliamo indicare una sorta di punto di mezzo tra le nostre più disparate tendenze. Lo spirito deve essere in equilibrio con il corpo, le emozioni si devono bilanciare, niente deve proporsi come un eccesso. Come si realizza questo particolare stato, e soprattutto, è davvero realizzabile? Immagino, come sempre, che dipenda dal punto di osservazione che si sceglie.
Ogni sistema che prendiamo in considerazione, ad esempio il nostro corpo, non è mai a sé stante, ma è connesso ad ogni altro elemento esistente, che opera in noi producendo continui movimenti. Non siamo mai fermi. Dunque in base a quale punto di riferimento immaginiamo di trovare un equilibrio? Pur sapendo che al pari di ogni altro stato va riguadagnato continuamente rispetto al proprio momento specifico, il tentativo di bilanciare sempre i nostri opposti dimostra in sé che non teniamo conto di quegli infiniti fattori che ci determinano e che non sono alla portata della nostra consapevolezza. Se così fosse, dovremmo considerare che rispetto ad un sistema infinito non è possibile definire alcun equilibrio. Così, tale ricerca diventa un costante ed inutile sforzo, teso solo a modificare il nostro stato attuale; in qualche modo anche la ricerca di equilibrio diventa una fuga.
Ma dovremmo anche considerare che in un sistema infinito in cui ogni punto letteralmente coincide con ogni altro, qualunque manifestazione si presenti è già intrinsecamente in equilibrio rispetto a se stessa ed all’universo intero. L’Esistenza non può che essere al centro di se stessa, perché ogni punto è il centro. Più praticamente, ogni nostra manifestazione, esattamente così come si presenta, è già uno stato di equilibrio. La Perfezione è la condizione del Tutto: fra quali parti differenti dovrebbe cercare un compromesso?
Non soltanto la differenza che percepiamo fra le nostre correnti sottintende il solito giudizio, i quale risponde al bisogno di cercare continuamente un ordine al nostro vivere, per poter definire la nostra identità. Comprendere che siamo sempre in equilibrio non significa ignorare il nostro sentire, ma significa partire esattamente da lì, far confluire in quel luogo, che sia di paura o dolore o gioia, l’intera Esistenza. La ricerca di un continuo compromesso è soltanto una visione esterna e superficiale della nostra condizione.
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