Quale idea di me
Quando osservo il mio corpo o qualche
evento fisico che lo riguarda, mi sembra quasi di intravedere, sebbene in modo
molto indistinto, come esso sia la somma, l’insieme delle infinite variabili
che danno vita alla mia idea di me stessa. I miei pensieri modellano la mia
forma fin nella profondità delle cellule e degli atomi che le compongono. I
tratti che ho, il modo in cui funziono, i miei punti di forza e quelli deboli
rispondono tutti ad un’idea. Quando riesco ad essere molto attenta, posso
vedere come l’andare a toccare in profondità quell’idea di base modifica
all’istante le informazioni del corpo. E’ un processo complesso, che si fonda
su più strati.
Quando parliamo di guarigione su un piano davvero profondo, immaginando di poter chiedere alla nostra parte materiale di trasformare se stessa, dobbiamo comprendere che non si tratta di un’azione che possiamo attuare su ciò che percepiamo, ma di qualcosa che va molto oltre. Quell’idea che ci modella completamente nasconde le proprie radici nell’inconscio, nell’ignoto, nel vuoto che precede la nostra identificazione. La materia è creazione, è la risultanza di una convinzione che addensa una vibrazione; per poterla cambiare dobbiamo poter vedere dove comincia, toccarla nel suo punto di vuoto, dove non è ancora materia nè energia.
Non possiamo pensare che sia possibile ridurre le nostre ferite ad eventi precisi che le hanno causate, situati da qualche parte nel passato, e che possono essere risolti, ma devono essere spinte fino al punto in cui da quel vuoto sorgono e diventano il nostro IO, ciò che crediamo di essere. Se smettiamo di lavorare sugli eventi come se fossero reali e dotati di potere, e li lasciamo andare facendo sì che si aprano strato dopo strato, momento dopo momento, consapevolezza dopo consapevolezza, essi infine si riveleranno inesistenti, e la materia con loro.
Conoscere i propri processi interiori significa vedere
come essi siano contemporaneamente materia ed energia, e non soffermarsi su
nessuno dei due. Ogni aspetto che percepiamo, ogni punto di cui è fatta la
nostra materia non è che un punto di ingresso verso altre profondità, verso ciò
che precede l’energia stessa.
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