Bisogno di grandi Visioni

 


La visione che abbiamo della vita è il modo in cui siamo convinti che funzioni: dove collochiamo gli eventi e con quale significato, come ci prepariamo ad interpretarli. E siamo sempre pronti ad interpretarli, dobbiamo sapere in anticipo come vogliamo essere percepiti e dunque come dobbiamo reagire alle cose che incontriamo; il che è come dire che non viviamo mai direttamente, ma attraverso schemi preparati in precedenza. 

Lavorare su se stessi porta ad un continuo ampliamento della propria visione, il che non si traduce banalmente con il riuscire a vedere più cose, quanto più collegamenti fra le cose stesse, diventando capaci di accettarle ed includerle. Una buona visione della vita deve includere tutto, cioè deve lasciare spazio ed accettazione ad ogni situazione. Se ci pensiamo, sono molte le cose che restano fuori dal nostro orizzonte: non accettiamo il dolore, siamo in conflitto con la morte, rifuggiamo la sofferenza ed il fallimento. Temiamo la notte. 

Quando la nostra visione si espande, comprendiamo come tutti gli eventi siano connessi e fondamentalmente la stessa sorgente, e di come non possano essere accolti a metà. Non si tratta, almeno per me, di pensare al fatto che tutti gli eventi hanno un senso accettandoli passivamente. Ben oltre, si tratta di smettere di cercare alcun significato, di smettere di avere bisogno di conoscerlo. Potrebbe anche non essercene alcuno, in fondo le cose sono quello che sono e basta. 

La domanda importante da porsi è: la mia visione della vita è sufficiente? E’ capace di darmi ragione di ciò che incontro e sperimento, di darmi conforto e serenità di fronte a ciò che non comprendo e su cui non ho il controllo, di sollevarmi dalla paura e dalla disperazione e rendermi capaci di amare, di amore? Se è così, allora la vostra visione è perfetta, ma se vi accorgete che qualche pezzo stona e non si incastra, se siete in conflitto con qualche parte di questa esperienza, la visione ha ancora bisogno di crescere, fino al punto in cui niente di ciò che vi accade, a cui date vita, riesce più a spostarvi dalla convinzione che Amore sia ogni cosa. 

Dio è tutto, e ciò significa che ogni cosa trova posto in Lui, così com’è, così come la incontrate e la sperimentate, senza bisogno di essere diversa. Se ci pensate un attimo, questo significa arrivare al punto di non aver più alcun bisogno o richiesta da soddisfare, e dunque di perdere i confini della propria identità, che sono tracciati da ciò che non può essere accolto. Ma se potete accogliere tutto, quando questa è l’ampiezza che respirate, quando niente ha più bisogno di essere reso diverso da com’è, la vostra visione avrà oltrepassato voi stessi.

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