Ad un'amica
Poco tempo fa una mia amica mi ha raccontato di un episodio terribile che le era accaduto, qualcosa che mi ha toccato molto in profondità. Ci sono argomenti su cui ci sentiamo più facilmente coinvolti, temi con cui ci sentiamo più in empatia, ciascuno di noi ha i propri.
Ho pensato a come dovesse sentirsi lei, immaginando quello che avrei provato io al suo posto. Un’ondata di dolore mi ha attraversata. Ben conosciuto, è il dolore che accompagna costantemente il nostro vivere, la paura del dolore altrui e della loro sofferenza, il bisogno di cercare sollievo e soluzione. In quell’ondata c’erano tanti pensieri tutti insieme, tanti bisogni, da quello di piangere a quello di cercare un senso agli eventi, a quello di stare in quella sensazione fino a farla dissolvere.
Mi sono ricordata del messaggio della canalizzazione di quest’anno, e ho realizzato che quello che stavo facendo non era abbastanza: proporre a me stessa di stare in quell’emozione non l’avrebbe mai liberata dal desiderio di pace che ne è la controparte. Dove dovevo cercare? Più in profondità, andando a bussare a quella parte di me che stava assistendo a quel dolore. L’ho lasciato lì e sono andata a cercare la radice del dolore, che altro non poteva essere se non quel qualcuno che io credo reale ed esistente che si accorge del dolore. In Meditazione si parla di osservatore e di oggetto osservato. E invece che stare con l’emozione, sono rimasta con la sensazione di percepirla. Qualcosa che viene prima. Non ho mai trovato soluzione ai miei pensieri o alle mie emozioni, al mio comportamento, al mio essere fatta in un certo modo. Forse quella sensazione più profonda poteva occuparsene meglio di me, e sono stata felice di lasciarle questo peso.
Non ho notizie di quel dolore, non so più dire se si sia trasformato o
dissolto, o in cosa; l’intero pensiero di quell’evento si è come trasfigurato.
Non posso nemmeno dire che sia diventato qualcos’altro, ha semplicemente smesso
di essere separato da me. Ha smesso di essere qualunque cosa, come me. Può
darsi che la nostra sofferenza non sia in cerca di redenzione, ma solo di
rivelarsi per ciò che realmente è. Da quale profondità e prospettiva guardiamo ai nostri eventi? In riferimento a quale contesto di visione? Sappiamo davvero cosa stiamo guardando?
Amica mia, per quanto da fuori ti
sia sembrata un’esperienza terribile, so che qualunque cosa sia successa è
comunque Amore. Non ho dubbi al riguardo. E so che lo sai anche tu.
Leggere queste parole mi riempie il cuore di pace e mi ricorda come nulla sia veramente separato da noi. Amore e solo Amore.
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