Soglie - L'accompagnatore di nonna
Quando nonna è stata ricoverata l’ultima volta, io ero convinta che se la sarebbe cavata, perché in più occasioni in precedenza aveva sfidato i pronostici dei medici, ed era sempre tornata a casa. Aveva un’aura di invincibilità. Ma ad un certo punto ho capito che in quell’occasione sarebbe stato diverso, e ho cominciato ad “incontrare” la sua energia chiedendomi se fosse pronta a questo momento.
C’erano sicuramente in lei tante paure, c’erano tanti ricordi di un lontano passato, di quando era piccola; c’erano racconti che aveva voglia di ripercorrere e folle di persone che li popolavano. Era una persona estremamente socievole, che poco amava la solitudine. Non si può parlare di prepararsi ad un evento simile in termini di “lavoro”: facevamo solo lunghe chiacchierate e stavamo insieme, più di quanto facessimo sul piano materiale.
Comprendo sempre qualcosa di importante da questo punto di prospettiva: indipendentemente dalle loro azioni e dalla vita che hanno vissuto, a questa profondità le energie appaiono interamente nella loro fragilità e nel loro bisogno di amore, non più possibili a nascondersi dietro il velo dei pensieri e del corpo. Così anche loro scoprono questo di sé, in qualche modo ci fanno pace, e ciò li aiuta a lasciar andare pezzi di sé.
Sapendo ormai che eravamo alla fine, siamo riusciti a riportarla a casa, perché
potesse fare il proprio passaggio in serenità in un ambiente che amava. La sera
prima che se ne andasse, mi disse che era pronta, ma che aveva paura di farlo
da sola. La notte successiva, l’immagine che mi apparve fu quella di un gatto
nero che entrava dalla finestra della sua camera da letto, le si sdraiava di
fianco sul lato sinistro e le diceva: “Avevi paura ad andare da sola, sono venuto
a prenderti. Andiamo.”. Ed è così che è riuscita a trovare qualcuno con cui
parlare perfino in quel momento.
Se queste cose accadano solo nella mia immaginazione o diversamente io non lo so, non ha per me una grossa importanza, è solo un modo di tradurre un continuo flusso di vibrazioni che ci attraversano. La realtà in sé è qualcosa di parecchio discutibile, ma ciascuno vive all’interno dei propri accordi ed è giusto che sia così. Sono affascinata da quanto spazio ci sia nell’Infinito.
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