Domande, domande

 


Qualche volta mi capita che qualcuno mi chieda di canalizzare un animale prima di prenderlo/adottarlo, per capire se le sue qualità interiori si incontrano con quelle della famiglia. 

Spero ormai che sia chiaro come questa richiesta non abbia senso, per il semplice motivo che qualunque cosa incontriamo nella nostra percezione, dalla foglia che cade alla persona che decidiamo di sposare, ha attinenza con noi. Diversamente non si sarebbe manifestata nel nostro sentire. Pensare di scegliere le esperienze che dovremo fare non è solo impossibile, ma assolutamente inutile. Se una persona decidesse di non adottare un animale perché le esperienze che porta con sé lo disturbano in qualche modo, state pur certi che quelle esperienze arriveranno ugualmente per una diversa via. 

Non state scegliendo di adottare o meno un animale, ma di accettare o meno un’esperienza, che è comunque già parte di voi in ogni caso. Come dire che non avete scelta. Continuate ad immaginare le situazioni come qualcosa di identificabile, singolo ed oggettivo, ad esempio “devo imparare questa lezione sull’umiltà, sul perdono, …” e cose simili, ma non è di questo che si tratta. Ciò che appare nel vostro spazio di coscienza è parte stessa del vostro riflesso; non viene con delle lezioni da dare: la sua sola esistenza cambia l’ampiezza di ciò che potete vedere di voi stessi. E’ tutto qui. Ma poiché ogni evento contiene in sé una natura duale, ogni specchio aggiunto vi farà vedere meglio tanto i vostri talenti quanto i vostri difetti. 

La domanda non è se volete o meno fare una certa esperienza, ma se volete fare esperienza di voi stessi totalmente, sempre più in profondità, attraverso ogni esperienza. 

La domanda non riguarda mai il contenuto, cioè la risposta: attiene sempre e soltanto alla disponibilità all’apertura.

Commenti