Tempo di riflessioni
Da sempre il mese di dicembre è per me
sinonimo di un tempo di riflessione. Solitamente si trattava per buona parte
del tirare le somme dell’anno appena trascorso, cercando di misurare i
cambiamenti che erano avvenuti in me. Ma questo 2023 è stato per me un momento
incredibilmente potente, al punto che ho dovuto allentare tutte le mie abituali
attività per fermarmi in me stessa ancora di più. E’ stato il momento dell’incontro
definitivo con gli insegnamenti del Non Dualismo, verso cui la mia ricerca
personale era già indirizzata, pur senza conoscerne appieno la terminologia.
Ricordo che la canalizzazione di fine 2022 riferita a quest’anno parlava
proprio dell’andare a cercare la radice sotto ogni manifestazione, ed è su
questa strada che tutto ormai si è spostato.
Diversi anni fa avevo approcciato il mondo delle attività energetiche pensando che potessero condurmi a ciò che stavo cercando, ma l’esperienza di quest’anno mi ha fatto comprendere come la Spiritualità, così come io la intendo, non abbia nulla a che fare con alcunchè. Tenendo come strumento soltanto la Meditazione, ho messo a fuoco dove volevo concentrare tutta la mia volontà, e ho lasciato andare l‘interesse per qualunque altra cosa. Come per altri ambiti, anche nel mio percorso con il mondo energetico è accaduto che qualunque cosa io abbia appreso e imparato a praticare, alla fine mi ha lasciata. Non riesco a tenere niente con me. Ringraziando di questo continuo ed incessante abbandono, ho trovato la spiritualità in ciò che non attiene alla mia esperienza, perché ne viene prima. Pertanto ho smesso, o sto smettendo la pratica di qualunque disciplina che non sia una vera ricerca di se stessi.
Ci sarebbe tanto da dire su questo, ma non è
mia intenzione insegnare niente a nessuno, non credo di poterlo fare e non mi
interessa farlo. Quello che credo che poche persone comprendano davvero, è che
la spiritualità intesa come la risposta alla domanda “chi sono io” punta alla
totalità, alla perdita totale della propria individualità. Se intraprendiamo un
percorso di conoscenza di noi stessi non è per acquisire più poteri, ma per
spingerci fino al punto in cui diventiamo in grado di lasciar andare ciò che
crediamo di essere. Senza questo intento, nessuna disciplina o azione può
intendersi come spiritualità. Io non sono in cerca di risposte, ma di quello
stato in cui non ci sono domande. Ecco la differenza fra la spiritualità e
qualunque altra cosa.
Ciò che questo tempo ha portato in me è l’intenzione
di trattare gli strumenti che uso con gli altri, come le canalizzazioni ed i
trattamenti, con sempre maggiore chiarezza su questa direzione. Credo che l’evoluzione
interiore corrisponda ad un processo di totale disidentificazione, e dunque
sono continuamente a togliere pezzi da quello che propongo, fino a lasciare
soltanto ciò che non c’è. Credo sia il lavoro più potente che ci sia,
Spero che quest’anno abbia portato a ciascuno una prospettiva più profonda di sé.
Buon passaggio a tutti!
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