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Visualizzazione dei post da aprile, 2024

Ciò che non cambia

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  Abbiamo già parlato diverse volte del cambiamento, di come avvenga a profondità oltre la nostra mente. Ma oltre a questa considerazione, se non fosse sufficiente a convincerci a smettere di preoccuparcene, possiamo aggiungere, visti i discorsi che stiamo svolgendo nei post, che tutto ciò che cambia è illusorio.  Tutto ciò che cambia è impermanente, è temporaneo, appartiene alla superficie. I nostri pensieri possono cambiare, le nostre convinzioni, emozioni, sensazioni. Ma quel vuoto che è al fondo di ogni manifestazione, ciò che precede la coscienza, quello è immobile ed eterno, non può mai cambiare.  Ciò che siamo deve per forza essere quell’eterno, su questo non può esserci alcun dubbio. Ciò che si trasforma è soltanto il modo in cui l’infinito si manifesta in molteplici apparenze, in un gioco continuo di luci e di specchi. Ciò che è reale lo è sempre.  E benchè qualunque cosa accada e si manifesti sia comunque parte dell’Assoluto da cui emana e di cui è fatta, a...

Oscillazioni

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  Quando in Meditazione iniziamo ad imparare ad osservare noi stessi, cerchiamo di collocarci da qualche parte, un qualche punto interiore da cui farci osservatori di ciò che in noi emerge. Allora conosciamo i pensieri, le emozioni e le sensazioni che ci attraversano, e vediamo come sia possibile lasciarle scorrere e lasciarle andare senza attaccarci a nessuna di esse. Ciò che riusciamo a sperimentare ci fa attraversare esperienze di grande serenità, estasi perfino, e ci focalizziamo su quelle.  Tuttavia, qualunque esperienza è soltanto temporanea, e persino l’estasi passa, riproponendo le solite oscillazioni con sensazioni molto più terrene. Ci convinciamo allora di non aver compreso, di non aver lavorato bene o osservato abbastanza. Ma la conclusione è molto più semplice: le oscillazioni della dualità continuano a grandi profondità, fino alla radice stessa di ciò che siamo.  E qui bisogna tornare a parlare proprio di questo: ciò che siamo davvero precede la nostra stess...

Stare con quello che non c'è

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  Per cosa ci sediamo a meditare? Quando parlo con le persone di domande interiori o visione della vita, immancabilmente mi accorgo che è difficile sapere cosa si sta cercando. Questo è almeno il rimando: non sappiamo niente. Allora perché ci diamo da fare con pratiche di ogni genere se non sappiamo neanche verso cosa ci stiamo muovendo? Diciamo che lo facciamo proprio per capire questa domanda fondamentale, ma non dovrebbe essere il contrario? La domanda fondamentale non si può forzare, quando è pronta non si può non accorgersene, perché si fa spazio in ogni dove.  Credo che ci sia molta confusione sullo spazio della meditazione in particolare, che come molte volte ho già detto non è uno strumento finalizzato a qualche ottenimento. Insegna a mettersi in ascolto, ed è importante capire che la frase finisce esattamente lì: stare in ascolto, ma non di qualcosa in particolare, bensì di tutto ciò che sorge. Cosa sia che ci passa davanti non importa, se la concentrazione è sull’ogg...