Stare con quello che non c'è
Per cosa ci sediamo a meditare? Quando parlo con le persone di domande interiori o visione della vita, immancabilmente mi accorgo che è difficile sapere cosa si sta cercando. Questo è almeno il rimando: non sappiamo niente. Allora perché ci diamo da fare con pratiche di ogni genere se non sappiamo neanche verso cosa ci stiamo muovendo? Diciamo che lo facciamo proprio per capire questa domanda fondamentale, ma non dovrebbe essere il contrario? La domanda fondamentale non si può forzare, quando è pronta non si può non accorgersene, perché si fa spazio in ogni dove.
Credo che ci sia molta confusione sullo spazio della meditazione in particolare, che come molte volte ho già detto non è uno strumento finalizzato a qualche ottenimento. Insegna a mettersi in ascolto, ed è importante capire che la frase finisce esattamente lì: stare in ascolto, ma non di qualcosa in particolare, bensì di tutto ciò che sorge. Cosa sia che ci passa davanti non importa, se la concentrazione è sull’oggetto non stiamo facendo meditazione.
Se osserviamo qualunque cosa, un pensiero, un’emozione, un oggetto persino, sufficientemente a lungo lo vedremo scomparire. E che cosa rimane? Colui che stava osservando. Allora potremo metterci ad osservare anche quello. Siamo ormai nel vuoto: in quell’assenza che ogni esperienza che stavamo osservando è diventata, a contatto con quel qualcos’Altro che rimane quando volgiamo lo sguardo all’interno, all’unica cosa che risiede davvero all’interno: ciò che siamo. Allora la meditazione di conseguenza insegna a stare nel vuoto, nell’indefinito, nell’ignoto, a perdere il bisogno di definire ciò che si è. Niente ha una realtà sua, ma tutto tende a scomparire. Tutto. Perfino noi.
Ecco come allenarsi a perdere i propri attaccamenti: metteteli alla prova, restate in loro presenza abbastanza a lungo perché vi rivelino cosa sono in realtà. Sono voi. In quel vuoto che rimane, colui che sta osservando è ciò che state cercando, è ciò che state inseguendo. Andate a vedere, mettete alla prova la solidità di tutto ciò che siete in grado di percepire e scoprite da soli cosa resta. Scoprite che in quel vuoto totale, voi siete ancora lì.
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