Il potere dell'immobilità
"In uno dei suoi momenti cupi, Pascal dice che tutta l'infelicità dell'uomo proviene da una causa sola, non sapersene star quieto in una stanza. Ma neppure a Lao Tzu riusciva quello che lui auspicava a se stesso: il saggio conosce il mondo e non ha mai aperto la finestra. Proprio come dice il libro del Tao, siamo tutti sulla via. Questo mondo è nomade. La maggior parte degli uomini ha bisogno del movimento. Cambiamento di moda, di cibo, di clima, di amore e di paesaggio. Solo chi conosce il movimento può chiudersi davvero in una stanza. Sa essere fedele solo chi ha attraversato molte infedeltà (Bruce Chatwin).
Chiedere a qualcuno di sedersi immobile a meditare per molto tempo sembra una cosa davvero difficile, l’assenza di movimento ci appare quasi contro natura, tanto che ad un certo punto la nostra mente si ribella e ci costringe a tornare all’azione. Eppure persino lo yoga insegna come l’immobilità sia l’unico spazio in cui il corpo riesce a realizzare l’asana perfetta, sistemando se stesso in modo totalmente autonomo.
Basta guardare attentamente: è nel momento in cui ci fermiamo che il respiro si tranquillizza, il battito cardiaco si stabilizza, i nostri legamenti si allungano; paradossalmente si realizza un’assenza di sforzo che ci consente di stare comodi in posizioni anche molto complicate. Solo l’immobilità consente il cambiamento naturale.
Nella quotidianità, questo insegnamento mi rende sempre più evidente come gli eventi non necessitino della mia preoccupazione o delle mie intenzioni mentali, ma anzi si avvantaggino in semplicità e leggerezza proprio dal mio farmi da parte, restando immobile, in attesa se vogliamo dire così benchè non ci sia alcuna aspettativa, solo restando ad osservare.
In
quell’assenza di sforzo, proprio come avviene al corpo nello yoga, l’azione
necessaria sorge da sé e si attua senza resistenza e senza scarto, generandosi
un passo dopo l’altro da se stessa. Un totale fluire in cui la mente, o meglio
quella parte della mente non necessaria, finisce per scomparire. Le cose
lasciate a se stesse sembrano riuscire ad avere cura di sé incredibilmente
bene.
Dobbiamo senz'altro imparare a farci da parte e a fidarci, dobbiamo lasciare le cose a loro stesse, per permettere il loro fluire naturale! Non è mai necessario alcuno sforzo da parte nostra!
RispondiEliminaAnche l'immobilità è una conquista, rappresenta un punto di arrivo per qualcuno, rappresenta un passaggio per altri. Se questo mondo è nomade ed in eterno movimento è perché solo chi è in cammino prima o poi smetterà di camminare, e lo farà grazie all'esperienza del cammino stesso. Come si può imparare il silenzio se non si è gridato abbastanza? Come ci si può abbandonare all'immobilità se prima non abbiamo sperimentato sufficienti ed inutili sforzi? Come possiamo mettere a tacere la mente se prima non interiorizziamo l'informazione che il nostro sentire è di gran lunga più affidabile della mente stessa? Ed infine, come possiamo affidarci con fiducia se prima non abbiamo tradito, non siamo stati traditi e non abbiamo imparato che il tradimento non esiste, l'errore non esiste, ma esiste solo il nostro avanzamento perché siamo esseri in divenire?L'esperienza ci conduce fintantoché non diventiamo capaci di lasciar andare ogni tipo di idea o attaccamento,vita dopo vita, evento dopo evento, ognuno con il suo tempo, anche se nemmeno il tempo esiste.
RispondiElimina