La nostra identità gira intorno alle cose con cui ci identifichiamo, e a cui diamo appartenenza. Fra queste, la sofferenza riveste un ruolo importante nella struttura del nostro io, ne occupa grande spazio, ed è quella con cui maggiormente stabiliamo un legame di continuità nella storia secondo cui ci rappresentiamo. La sofferenza ha grande potere di dirci chi siamo, e accuratamente la conserviamo nel corso del nostro tempo, legandoci stretto quel passato da cui non ci stacchiamo mai. Le storie ci piacciono a lieto fine, purchè arrivi dopo una grande sofferenza su cui si è potuto vincere.
Quanta fatica tocca all'uomo felice , che per scelta vive attraversando la sofferenza lasciandola andare, senza farne la propria costante compagnia, che dunque guarda al proprio passato senza bisogno di dipingerlo di ombre. Che vive pienamente senza difese e senza luoghi in cui nascondersi, vulnerabile e permeabile. Intoccabile. Come può vivere in un mondo in cui a ciascuno è richiesto di conservare costantemente una certa dose di sofferenza attraverso cui guardare a se stessi?
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