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Visualizzazione dei post da gennaio, 2023

Parti indivisibili

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  Io mi rendo conto, e devo dire che me ne faccio sempre un grande cruccio, della difficoltà di comprendere in quale modo una canalizzazione lavora, e dunque se e come può essere di aiuto rispetto ad un problema.  La prima cosa da capire è proprio questa: noi ci muoviamo nel mondo cercando risposte e soluzioni a ciò che ci accade; che ci occorra una risposta ad una domanda o una cura per un problema fisico, abbiamo questa idea di eventi singoli ed isolati su cui intervenire, come se fossero realmente esistenti ed identificabili in se stessi, come se fosse possibile cambiare la nostra realtà agendo su di essi. Quello che emerge dalla canalizzazione come informazione circa alcune caratteristiche della nostra energia, è invece un discorso intrecciato su se stesso.  Facciamo un esempio: se ciò che qualcuno si porta dietro dal passato (e anche di questo dovremo continuare a parlare meglio) è una ferita da abbandono, questa diventa parte di ogni singola cellula ed atomo del cor...

Castelli di nuvole

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  Ogni volta che restituisco una canalizzazione, mi rendo conto che il mondo che descrivo è un’immagine personale. L’Infinito è un calderone da cui poter estrarre a piacere qualunque cosa, e come ci siamo più volte detti, gli eventi che viviamo non sono che traduzioni di ciò che percepiamo di queste possibilità dentro al pozzo.  Ma tali interpretazioni hanno spesso la pretesa di definire delle verità, per cui noi deduciamo, apprendiamo e trasmettiamo che le cose stanno in un certo modo e che funzionano secondo queste caratteristiche. Diamo solidità all’impalpabile, pretendendo così di comprenderlo e maneggiarlo, in un processo continuo, minuzioso e dettagliato.  Invece dobbiamo ricordare come ogni parola e idea che utilizziamo in questa nostra esperienza non sia che un frammento di una verità molto più grande: un granello di sabbia su una spiaggia infinita.  Durante le canalizzazioni spesso mi vengono rivolte domande precise su come quindi funziona l’energia, l’anima...

Cercando le radici

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Cerchiamo di comprendere meglio quello che è il messaggio della canalizzazione del 2023.  Nella mia percezione, quello che viene proposto è un percorso che segue una direzione in un certo senso inversa rispetto a quella che solitamente seguiamo nel cercare di comprendere noi stessi e le nostre situazioni.  Inizialmente, ci concentriamo su ciò che ci è possibile vedere, sui sintomi più esterni ed evidenti che contraddistinguono la nostra particolare soggettività e la sua personale storia. Identifichiamo delle ferite, e degli eventi nel nostro passato che le hanno generate. Riconosciamo dettagli precisi, approfondiamo ogni argomento trattandolo come esaustivo nella sua causalità, diamo un nome preciso ad ogni aspetto.  Come ho sempre detto quello della conoscenza è un processo necessario e fondamentale: Osho diceva che non è possibile lasciar andare ciò che non si conosce. Ma la conoscenza in quanto somma di nozioni ad un certo punto raggiunge un limite oltre il quale si ri...

Bisogno di grandi Visioni

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  La visione che abbiamo della vita è il modo in cui siamo convinti che funzioni: dove collochiamo gli eventi e con quale significato, come ci prepariamo ad interpretarli. E siamo sempre pronti ad interpretarli, dobbiamo sapere in anticipo come vogliamo essere percepiti e dunque come dobbiamo reagire alle cose che incontriamo; il che è come dire che non viviamo mai direttamente, ma attraverso schemi preparati in precedenza.  Lavorare su se stessi porta ad un continuo ampliamento della propria visione, il che non si traduce banalmente con il riuscire a vedere più cose, quanto più collegamenti fra le cose stesse, diventando capaci di accettarle ed includerle. Una buona visione della vita deve includere tutto, cioè deve lasciare spazio ed accettazione ad ogni situazione. Se ci pensiamo, sono molte le cose che restano fuori dal nostro orizzonte: non accettiamo il dolore, siamo in conflitto con la morte, rifuggiamo la sofferenza ed il fallimento. Temiamo la notte.  Quando la n...

... non è che un inizio

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  “… Se puoi toccare il fango senza insozzarti, e dar la mano ai re senza esaltarti; se amico o nemico male potrà mai farti; se tutti gli uomini avrai cari ugualmente, ma più degli altri nessuno.  Se nel balzo saprai, d’un solo istante, superar l’istante che non perdona,  tua è allora la Terra, e tutto ciò che dona, …” "Se" - Rudyard Kipling Vorrei iniziare questo anno continuando un percorso iniziato ormai qualche tempo fa, con l’esigenza di definire i miei passi e le mie intenzioni in modo netto nella mente. Troppo spesso mi sembra di attardarmi con i piedi in due scarpe, adottando vie di mezzo per esprimere in modo gradevole e facile qualcosa che certamente non lo è, solo per facilitare un concetto o un percorso, con il rischio però di creare fraintendimenti.  Comincio questo nuovo tempo promettendo onestà al mio sentire, per quanto difficile possa essere da trasmettere e comunicare, lasciando indietro ciò che mi sembra inutile da conservare, togliendo sicurezze...