Tradurre gli eventi
“Faccia le sue domande fino a trovare quella giusta” (Cit.)
Questa splendida frase che ho sentito in un film mi ha fatto pensare come in effetti questo sia l’unico vero metodo di indagine di noi stessi e della realtà che abbiamo a disposizione.
Ho sempre detto che non sono le risposte quelle che ci
servono, ma che dobbiamo coltivare le nostre domande: esse si trasformano
continuamente in nuove domande fino a dissolversi e mostrare quel vuoto che è
la risposta, ciò che conduce anche alla perdita del bisogno di risposte.
Allora, cessano anche le domande.
Poiché la realtà che sperimentiamo esiste solo all’interno di ciascuno di noi, ho avuto conferma di come questo modo di procedere valga anche per quei quesiti che riguardano la parte più pratica della mia esperienza. Mi limito semplicemente a tradurre gli eventi nel loro corrispettivo interiore in me, e poi a filtrarlo attraverso continue domande, finchè il mio “suono” interiore rispetto a quel momento non trova pace.
Se devo prendere una decisione rispetto a degli eventi,
non commetto l’errore di considerarli reali, ma li guardo in me in come mi
fanno sentire; le mie domande sviscerano quel sentire fino a ridurlo al
silenzio. Allora qualunque cosa accade va bene, perché nessun mio pensiero crea
più dissonanza o interferenza.
"L'ultima domanda coincide con la risposta. Se siete sulla strada giusta, entrambe si dissolvono." FB
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