Post

VISIONE

Immagine
"Se Dio è già"   esplora il concetto di Dio come Totalità. Una comprensione interiore e profonda che conduce alla conclusione d ogni ricerca, rivelando ciò che è già sempre presente. Questo libro rappresenta le considerazioni a cui la Meditazione mi ha condotta in questi anni. Un breve riassunto che prende vita da importanti contributi attraverso i quali la mia esperienza ha trovato ordine. Il riconoscimento della Verità è un incontro diretto, lucido e spoglio di ogni immaginazione, che richiede di abbandonare indulgenze, scuse e ricerca di soluzioni alternative. Ciò che già è risiede oltre: dobbiamo sapere cosa stiamo cercando e quanto siamo disposti a sacrificare per raggiungerlo. Quando comprendiamo davvero che ogni ricerca è finita e che la Verità è già realizzata, l'Esistenza si rivela in un solo, eterno istante. "Abissi" seguito di "Se Dio è già" ,  questa parte del racconto indaga ed approfondisce le implicazioni profonde della fine di ogni rice...

Chiedilo a lui

Immagine
  Tante volte attraverso le canalizzazioni ed i trattamenti mi viene chiesto di chiedere al soggetto con cui entro in comunicazione la sua volontà circa le eventuali decisioni da prendere che riguardano il soggetto stesso. Parliamo quasi sempre di animali, di scelte relative alla loro salute, alla volontà o meno di vivere, al bisogno di sapere cosa desiderano per se stessi.  Non posso dire di non comprendere o di non concordare su questa linea di pensiero, in fondo c’è una sorta di spazio personale per ciascuno di noi che attiene al libero arbitrio e che va il più possibile rispettato; ognuno ha diritto di decidere per se stesso se lo vuole.  Tuttavia questa particolare modalità è secondo me una sorta di fase di passaggio nel proprio percorso personale, perché allude ancora ad una separazione fra due soggetti diversi che hanno una vita ed un’essenza separati fra loro. Questo chiedere all’altro, dimostra in realtà l’impossibilità di fare fede all’unità a cui tutti partecip...

Cambiare dentro, cambiare fuori

Immagine
Tante volte rispetto alla restituzione dei trattamenti, mi viene risposto che dall'esterno i cambiamenti che vengono raccontati non sono altrettanto visibili. E' una riflessione interessante. In primo luogo si potrebbe dire, è la spiegazione che ci diamo più frequentemente, che la materia nella sua densità ha tempi di modifica più lunghi di quelli dell'intangibile energia, e che dunque pur seguendo a ciò che si modifica all'interno, lo fa molto più lentamente. E' una risposta che devo dire mi sembra accettabile soltanto in superficie. Più profondamente bisognerebbe chiedersi quale cambiamento esterno ci aspettiamo di vedere, cioè su quali aspettative ci stiamo concentrando: non sono forse sempre le stesse? Ci aspettiamo che cambiare dentro significhi togliere ogni problema dal fuori, e che ci accadono solo eventi "positivi". Credo che questa visione indichi che ci stiamo concentrando sul punto sbagliato. Cambiare dentro, se possiamo usare questa espression...

La morte annunciata

Immagine
  Dopo aver riflettuto sulla morte che arriva improvvisa, mi sembra importante farlo anche rispetto all’evenienza opposta in cui la fine si presenta annunciata tempo prima, come nel caso di alcune malattie gravi ad esempio.  Per chi affronta il proprio passaggio, essere costretti a fronteggiare la solidità del pensiero della fine, dopo aver tentato di allontanarlo per tutta la vita è spesso difficile, e come tutte le prove difficili può spingere nella disperazione, o a prendere confidenza con la sensazione della mortalità, con la temporaneità della nostra natura, accettando di andare dentro a tutte le ombre e le paure.  Per chi resta, affiancare qualcuno che se ne sta andando mette a contatto non solo con l’eventuale dolore fisico, ma soprattutto con il dolore della paura che vediamo in lui. E’ qui che il percorso interiore conduce, a fronte di un’ineluttabilità tanto dell’evento quanto di agire sull’altro, a considerare che l’unico vero aiuto che si può offrire consiste ...

Il senso del Sacro

Immagine
  Quando la vita viene abbracciata interamente, fino al suo diventare morte e proseguire, accade che le cose smettano di avere una propria sacralità a dispetto di altre. Si riesce a toccare una sorta di continuità che a mio avviso è il vero significato del sacro, quando nessun punto è più speciale di un altro, ma tutto, in virtù del suo essere uno, viene riconosciuto nella sua natura di miracolo.  Tutto ciò che non possiamo sapere, che consideriamo mistero, che non possiamo raggiungere e toccare, l’origine vera di tutte le cose, rende questa esperienza un miracolo. Non necessita di alcun sapere, nemmeno di fede, ma soltanto di essere, senza alcun pensiero.  Forse il senso del sacro risiede in quell’assenza di centro, in quel non fermarsi su alcun punto che possa determinare l‘esistenza di un’identità. Nessun ostacolo, nessun attrito. Forse il senso del sacro è quel non-essere in cui tutto scivola all’infinito.  

La trasformazione del vissuto

Immagine
  Tutte le cose che sorgono in noi devono essere lasciate andare. Così come lo diciamo per i pensieri e le emozioni quando parliamo di farci osservatori di noi stessi, dobbiamo spingerci in questo tema un po' più in profondità.  Ciò che sperimentiamo interiormente deve poterci aprire verso il cuore dell’esperienza, che non è un contenuto concettuale; per fare questo, deve poter essere colto nel momento in cui arriva e poi lasciato scorrere, senza che diventi un nuovo riferimento predeterminato nella nostra mente. Scendendo dentro se stessi, si accede spesso ad una più ampia capacità di sentire, che passa attraverso sogni, visioni, immagini che arrivano; e seguendo le nostre abituali modalità finiamo per trattenere quelle informazioni trasformandole in un corrispettivo mentale da poter utilizzare.  Per quanto ci sforziamo di crederlo, non ci allontaniamo quasi mai dalle abitudini che ci legano a vivere la vita secondo regole di causa, effetto e scopo. L’esempio più lampant...

Il passato che scompare

Immagine
  Non so se capita anche agli altri, ma a volte, ripensando ad alcune cose del mio passato, ad alcuni episodi ed emozioni provate, è come se non li trovassi più nei miei ricordi, pur sapendo di averli vissuti. Credo che questo concetto in particolare riprenda quello che ho scritto nel post "Dove fissare i ricordi". Forse quando un evento riesce ad essere associato al vuoto, semplicemente si dissolve, smettendo di essere un ricordo della mente per diventare un richiamo alla nostra vera essenza più profonda. Perché è questo che accade: ripensando a quel momento invece di un riferimento emozionale o un’immagine mentale trovo una sorta di eco di liberazione.  Credo che per molti possa far paura il pensiero che alcuni pezzi del passato sembrino in questo senso scomparire, ma quando parliamo di lasciar andare ciò che viviamo non intendiamo forse questo? Non intendiamo forse che ciò a cui dobbiamo rinunciare è quell’identità personale intessuta all’interno di una storia che ricorda ...

Scegliere la verità

Immagine
  “Tentare di non pensare a qualcosa è davvero difficile se non impossibile, ma nel migliore dei casi sarebbe comunque soltanto un inganno: nei pensieri evocati per distrarre la mente confluirebbe tutto il peso di quello nascosto, per niente estinto, e soltanto in attesa di ripresentarsi. Ma quando Agata imparò cosa volesse dire “sentire”, comprese che poteva avvalersi di risorse diverse.  Così quando quel dolore al fianco si ripresentò, insieme alla paura ed alla sfilza di pensieri pieni di inquietudine che esso innescava e profilava davanti, si fermò; fece un profondo respiro, chiuse gli occhi e si chiese “come mi sento?”. Si sentiva bene a dispetto di quella pulsazione.  Questo era il primo grande traguardo. Ora occorreva il coraggio di fidarsi di quella sensazione, una conquista davvero ardua, che non poteva aggrapparsi a nessuna prova materiale. Lei dice infatti che ci riuscì per caso, senza sapere come. Ma quando scelse la propria verità, tutto il resto tacque. Non ...