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Visualizzazione dei post da giugno, 2022

Elefanti nella mente

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  Tempo fa ho letto in un libro, credo di Osho, di questa storia, molto semplice in realtà, che spiegava come se ci viene detto di non pensare a qualcosa, quel qualcosa sarà esattamente l’unica cosa a cui riusciremo a pensare. Usava come esempio un elefante rosa, e da allora quell’immagine è rimasta per me proprio il simbolo del funzionamento della mente. Nel corso degli anni e della pratica di Meditazione ho incontrato profondamente questi meccanismi del pensiero, nel tentativo di superarli o di arrendermi ad essi. Non so come funzioni la mente degli altri, ma la mia è effettivamente parecchio ossessiva quando si punta su qualcosa, e personalmente non sono mai riuscita a dominarla, come molte pratiche dicono si dovrebbe imparare a fare. Ho dovuto cercare altre vie per conoscere ed attraversare me stessa, passando a fianco di tutti i miei elefanti rosa. E sono sempre stati tanti. La mente è strana, per molto tempo ho pensato che fosse qualcosa da cui non era possibile scappare, p...

A lezione dagli Animali - Il messaggio di Pissi

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  Quando cerco di raccontare la storia che emerge dalle canalizzazioni, mi imbatto sempre nella questione di quelli che io chiamo talenti energetici, cioè le qualità di quell’energia, ciò che essa sa fare molto bene. La fisica quantistica insegna che nel mondo delle particelle infinitamente piccole le leggi a cui siamo abituati a rispondere non funzionano, perciò quando entriamo in questi racconti possiamo concederci di rendere vere leggi nuove, senza scadere nel considerare questo processo un semplice esercizio di fantasia.  Le nostre attitudini, le nostre naturali inclinazioni sono ciò che condividiamo con gli altri, e avviene allo stesso modo quando parliamo di qualità più sottili. C’è chi è capace di far sorridere e togliere la tristezza, c’è chi porta chiarezza mentale e maggiore lucidità di pensiero, c’è chi favorisce l’intuizione, chi è un passaggio fra frequenze diverse, … potrei continuare senza fine. Tempo fa ho incontrato una gattina fantastica che è capace di veder...

Dissolvenza

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  Pensando alla questione della morte all’interno del mio percorso personale, uno degli scogli più difficili da comprendere rappresentava per me il corpo fisico, il dopo del corpo fisico, nello specifico il suo permanere a dispetto dell’allontanamento dell’energia che lo abita. Ci ho dovuto riflettere per molto tempo. Quando qualcosa stona con la visione che ho dell’Esistenza, mi viene un prurito ossessivo che mi costringe ad addentrarmi in riflessioni di vario tipo, fino a trovare ciò che mi corrisponde, fino a che il tassello trova il suo posto esatto. Non sono in cerca di Verità da dispensare, ma di qualcosa che funzioni per me. La mia visione della vita deve trovare un senso ad ognuno dei miei eventi, benchè non necessariamente logico o alla mia portata. E ad ogni modo mi stupisce sempre vedere come anche le mie pensate più strane abbiano già attraversato la mente di altri, le cui parole mi capita di trovare in libri, articoli o altri luoghi, proprio nel momento in cui mi serve...

Simbolismo dello Specchio

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  Come per quasi tutto, quando parliamo di come di come gli altri che incontriamo (persone, ma anche eventi) siano nostri riflessi, intendiamo la questione in modo molto blando, sempre entro quei limiti che ci sono comodi per mantenere salda la nostra identità. Ma se stiamo cercando davvero l’Assoluto, dobbiamo deciderci ad abbandonare le mezze misure. Perché facciamo una distinzione fra noi e gli altri? La nostra percezione ci restituisce indubbiamente delle differenze, ma perché attribuiamo a queste differenze il nostro senso di identità? Da dove ci viene questo insegnamento? Non stiamo parlando di un semplice apprendimento ricevuto da altri, ma del nostro attaccamento alla soggettività, della convinzione di esistere come individui singoli; un’idea così forte da prendere forma in ciò che chiamiamo realtà, e così articolata da non poter essere superata. Perciò dobbiamo partire da qui, da noi stessi. Dobbiamo riuscire a comprendere che tutto ciò di cui facciamo esperienza si ve...

L'impossibile morte

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  Un capitolo così ampio deve essere affrontato una briciola alla volta. L’esperienza della ricerca interiore porta ad un certo punto a confrontarsi con l’idea della morte, e attraverso le canalizzazioni mi è capitato e mi capita di aiutare animali e i loro compagni umani a prepararsi a quel passaggio. Mi colpisce profondamente come la morte sia di per sé un evento che non può essere contemplato: essa è immancabilmente considerata ingiusta, e di per sé un fallimento quando arriva a seguito di una malattia. Rimane lo spettro nero da evitare. Questo lo ritrovo anche negli ambienti energetici/spirituali, che esaltano amore e luce, ma che più difficilmente portano nella pratica il tema dell’equanimità. Anche qui la morte rimane fuori da ciò che può essere accolto ed amato.  Allora per comprendere perché è così difficile morire dobbiamo comprendere perché è così difficile vivere, e chiederci dunque cosa sia la vita. Trovo questa intera visione profondamente limitante, perché la mor...

Ricordi o Sogno

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  Ogni esperienza ci attraversa toccando diverse profondità. Le parole si esauriscono nella mente, è inutile attaccarci ad esse; le emozioni raggiungono il cuore, come qualcosa che già diventa impossibile da spiegare. Ma ancora oltre, persino le sensazioni diventano scintille per qualcosa che si accende, a volte molto lontano da dove le parole sono partite o volevano intendere di condurci. I viaggi che trovano strade nella nostra interiorità non hanno alcun limite.  Allora, penso che forse mentre sto guardando il mare perdendomi nella sua immensità, sto ricordando di qualcuno che mi ha amata, o di una ninna nanna che mi veniva cantata da piccola, in questa vita o in altre, o in una fiaba. Forse è il ricordo di fontane e cascate lontane che ho visitato in qualche viaggio, o la voce di un abbraccio che mi ha riscaldata. Di quando da piccola guardavo le stelle, in un punto nel tempo lontano dal mio ora, che però è sempre adesso. Ogni ricordo è collegato a tutta la mia storia, anc...

Accettazione ed Essenza

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  Sorvolando sull’abissale differenza tra rassegnazione ed accettazione, dobbiamo specificare come anche questa ultima condizione non sia sufficiente per la comprensione del lasciar andare. Ci dogliamo di come anche i più impegnativi percorsi interiori a volte non siano sufficienti a cambiare alcune parti di noi, ma il fatto è che, come altra cosa della nostra mente, l’accettazione così definita è soltanto un pensiero, che fa riferimento ad un soggetto e ad un oggetto che deve essere accettato. Continuiamo a proiettare la nostra ricerca all’esterno, dando forma ad un Dio a cui rivolgerci, ad un Universo che ci impartisce lezioni da comprendere, ad un karma che si occupa della nostra morale. Così l’accettazione diventa, ancora una volta, un processo di separazione, che altro non riflette se non quella percezione di separazione in noi. Il dentro ed il fuori, il corpo e l’anima, la mente ed il silenzio, Dio e l’io. L’accettazione è dunque ciò che appartiene all’osservatore, e solo qua...

Trasmutazione

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  La capacità/possibilità di diventare qualcos’altro. E’ un discorso interessante. Quando noi pensiamo ai processi di trasformazione ci rifacciamo a questo concetto in modo lineare, come nostro solito, immaginando due stati ben distinti, uno di partenza ed uno di arrivo, con un processo in mezzo che li collega. Eppure la trasformazione, ben lontana dall’essere un processo così come noi lo immaginiamo, risiede proprio nel momento vuoto di stato, e non consiste nel passare da una condizione ad un’altra, ma nel constatare l’inesistenza reale di ogni definizione di stato. Non esiste niente di fermo, non esiste niente di statico. Le forme che percepiamo sono costantemente già altro, e quell’inconsistenza di fatto è l’unica vera natura dell’Esistenza intera. La Trasmutazione è un processo continuo, che non può prevedere uno stato di arrivo, ma che richiede di posizionarsi nell’immaterialità, in ciò che non può essere assodato. Solo in quel punto tutta l’Esistenza coincide, ed è contempor...

La parte oscura

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  Parlo spesso della mia parte oscura, provo molto amore per le cose di me che non riesco a farmi piacere. Forse sembra strano, ma la concessione che mi faccio, orribile a vedersi da fuori, di essere anche impresentabile alla morale, mi fa sentire libera tanto dalle ombre quanto dalla luce. E' un contatto che mi appare così normale, ma comprendo che la percezione  è solo soggettiva, e non ha riferimenti univoci. Spesso me ne dimentico, nell’illusione che sia possibile davvero comunicare agli altri il proprio mondo interiore. Invece non sono che pochi lampi accesi nel cielo, che ognuno osserva dalla propria distanza e con la propria lente, vedendoci ciò che sa e ciò che ignora di se stesso. Non raccontiamo mai davvero qualcosa di reale, sono sempre narrazioni in simboli che parlano di qualcosa che non riusciamo a cogliere. Perché siamo sempre fermi a ciò che possiamo vedere.  Eppure il mare ignoto è infinitamente più grande, forza che guida e che detta il nostro movimento....

Ciò che mi rimane di M.

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  Ho conosciuto M. diversi mesi fa per dei trattamenti sui suoi amati cani, ma come sempre uso questo verbo in modo improprio, non solo perché non è possibile conoscere davvero qualcuno, ma perché in aggiunta M. abitava molto lontana da me. Non ci siamo mai viste nemmeno per videochiamata, conosco il suo viso solo da una foto che mi aveva iniziato per preparare la sua canalizzazione. Il resto sono state solo chiamate, messaggi di testo e vocali. Voci, suoni, impressioni. Il nostro intero rapporto era questo, uno scambio che avveniva una volta a settimana circa, il lunedì, per raccontarci dei trattamenti svolti a distanza sui suoi cani e di quello che vedeva lei. Ogni tanto sono state chiamate più lunghe, per restituirle le canalizzazioni che mi aveva richiesto, sempre dei suoi compagni pelosi. Perché loro venivano sempre prima di tutto, certamente prima di se stessa. E’ strano come un legame possa instaurarsi e sostenersi con poche cose. M. era una persona che mi faceva piacere sen...

Scambio

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  Passeggiando nel parco stamattina, osservando la distesa verde di prato ed alberi, pensavo a come i grandi Maestri tentassero di vivere senza nuocere ad alcuna creatura, nemmeno a quelle più piccole, o ad un filo d’erba. Vorrei poterli eguagliare, ma mi pare impossibile riuscire ad attraversare l’esistenza senza arrecare dolore. Per quanto mi sforzi di non calpestare i fiori, creature sfuggenti ai miei occhi potrebbero trovarsi sotto ai miei piedi anche camminando sulla ghiaia, forse troppo piccoli per la mia vista, ma non meno viventi. Per non parlare dei moscerini che incontrano la fine sul parabrezza della mia macchina mentre guido, o delle lumache che rimangono schiacciate quando dopo un temporale autunnale riempiono a frotte il mio giardino.  Provo ad essere sempre attenta, provo ogni volta a fare del mio meglio, ma l’intenzione sincera di non voler nuocere, per quanto fonte di un’enorme differenza di disposizione, non è sufficiente ad esimermi da un tributo che mi semb...